# Samsara, ciclo delle rinascite e reincarnazione
La migliore traduzione del termine sanscrito “Samsara” è “Oceano dell’esistenza”, cioè l’insieme di tutti i piani di esistenza illusori e compenetrati, tra i quali quello umano, tutti privi di realtà e tutti caratterizzati da uno stato di sofferenza.
Tutto il Samsara (anche i piani superiori a quello umano) è caratterizzato da dolore e sofferenza e, soprattutto, è illusorio ed insostanziale, un vero e proprio miraggio, causato dall’Avidya (Ignoranza Metafisica) delle miriadi di esseri che lo popolano.
Tutti gli esseri esistenti, siano essi divini, umani o subumani, sono vittime di questa illusione e di questo stato di sofferenza, anche se, nella maggioranza dei casi, non ne sono consapevoli.
E’ difficile per l’uomo occidentale attuale rendersi conto che il suo è uno stato di dolore e sofferenza, in quanto non ha nessuna esperienza o consapevolezza dello stato di conoscenza superiore, che, nel suo più alto grado, consiste nella suprema Illuminazione (Bodhi) con la identificazione con l’unico Reale Assoluto e col riconoscimento dell’illusorietà di tutti i piani dell’esistenza, compreso quello divino.
In realtà il Samsara è lo stesso unico Reale Assoluto, percepito in maniera errata da esseri la cui esistenza è puramente illusoria.
Alcuni tra i pochissimi esseri umani che hanno realizzato la Bodhi assoluta, per compassione, hanno tentato di far conoscere all’uomo questa verità anche se, nella maggior parte dei casi, sono stati poco compresi se non totalmente incompresi.
Sulle loro parole sono state infatti spesso costruite chiese e religioni dai dogmi infantili e spesso fantasiosi, privi di alcuna aderenza alla realtà.
Tutto quanto abbiamo esposto ed andremo ad esporre proviene dalla esperienza diretta di questi uomini, che, in seguito a milioni di rinascite in tutti i piani dell’esistenza, sono finalmente riusciti a liberarsi dalle catene del Samsara.
Tutto il Samsara è governato dalla legge del Karma.
Proprio come le leggi matematiche, chimiche e fisiche che dominano il nostro mondo materiale, così la legge del Karma è automatica, non ha riguardo per nessuno e non può in nessun modo essere infranta, superata o aggirata.
Non è la legge di un Dio creatore che potrebbe variarne i suoi effetti in favore di qualche creatura, ma è una legge universale, assoluta, inesorabile, oseremo dire meccanica, alla quale è rigidamente sottoposto anche l’ambiente divino. Nessuno ha il potere di infrangerla.
Qualsiasi azione un essere compia, questa genera un effetto. Questa è la legge del Karma.
L’insieme di tutte le azioni che un essere compie dalla nascita alla morte è causa della nascita di un altro essere vivente nel piano animale, umano, diabolico, divino o in qualsiasi altro piano dell’esistenza visibile o non visibile, da noi conosciuto o sconosciuto.
Questo nuovo essere nulla sa e, tranne nel caso di esseri estremamente evoluti spiritualmente, nulla può sapere del precedente essere vivente che ha causato la sua nascita, ma, nel bene e nel male, subisce tutte le conseguenze delle azioni del precedente essere vivente che ha causato la sua venuta al mondo.
Questo stato di cose viene comunemente chiamato “reincarnazione”.
Dunque con la morte non si sfugge al Samsara, ma, dopo un breve periodo di esistenza intermedia, denominato Bardo, si torna nel mondo del dolore e della sofferenza, in una condizione determinata dalla qualità del Karma accumulato.
Sono innumerevoli i piani dell’esistenza nei quali si può rinascere, ma, secondo le dottrine orientali, possono essere classificati in sei grandi categorie: il piano degli dei (Deva), il piano dei semidei (Asura), il piano umano, il piano animale, il piano degli spiriti famelici (Preta) ed il mondo degli esseri infernali (Naraka).
Questi stati rappresentano diversi piani di esistenza nel Samsara, ma, essendo compenetrati, talvolta possono entrare in contatto tra loro.
Nessuna meraviglia dunque per eventuali miracoli ed apparizioni o se, talvolta, riti e preghiere da parte umana hanno una reale efficacia: L’uomo ha la possibilità di entrare in contatto con entità di altri piani dell’esistenza ed ha sempre tentato di farlo per ottenerne grazie e favori.
A tale scopo, da tempo immemorabile, egli usa preghiere, riti, processioni, feste religiose ed altro. Questi strumenti possono avere una certa efficacia in quanto possono avere un’azione che oseremo definire meccanica ed automatica: se eseguite correttamente, le forze e le entità invocate vengono imbrigliate e quasi costrette ad eseguire le richieste degli officianti.
Prima di descrivere brevemente queste sei categorie di piani dell’esistenza, è bene chiarire che, per un essere umano, la rinascita in un mondo divino non è un fatto positivo, in quanto la durata di questo stato è lunghissima e di ostacolo al conseguimento della liberazione dalle catene dell’illusione.
I Deva sono suddivisi in tre gradi: il superiore nel quale non hanno forma, il mediano nel quale sono dotati di forma fisica e l’inferiore nel quale sono dotati di forma fisica e caratterizzati da passioni simili a quelle umane.
In particolare, nel grado inferiore dei Deva, soggiornano i Bodhisattva, quei pochi esseri umani che hanno raggiunto l’Illuminazione e che, per compassione, hanno scelto di insegnare la via della liberazione dalle catene del Samsara ad uomini e dei, prima di fondersi definitivamente con l’Uno universale.
In questo senso i Bodhisattva (come Gesù o Buddha, per esempio) possono essere ritenuti parte del mondo divino.
Al di sotto del mondo dei Deva, troviamo il mondo degli Asura.
Questi, che potremmo definire semidei, vittime e schiavi di passioni e gioie, stanno in relazione con i Deva come gli animali sono in relazione con l’uomo.
Al di sotto dello stato degli Asura, vi è il piano di esistenza umano.
Ai fini del conseguimento dell’illuminazione, questo è il piano privilegiato: mentre i Deva sono ostacolati dal loro stato illusorio di beatitudine e gli Asura dal loro essere vittime di gioie e passioni, l’uomo ha la possibilità di intraprendere la “via di mezzo”, mantenendosi equidistante ed impassibile rispetto ai due stati.
Esistono poi anche stati inferiori al piano di esistenza umano e degli animali: il modo dei Preta e quello dei Naraka.
I Preta, chiamati anche spiriti affamati, sono esseri elementari completamente vittime delle loro passioni che vagano invisibili nel mondo umano.
E’ talvolta possibile per gli esseri umani entrare in contatto con essi, che spesso sono parenti defunti precipitati in questa condizione a causa del loro karma negativo.
I Naraka vivono in uno stato infernale causato dal karma negativo accumulato in una vita umana o in uno stato superiore a quello umano, ma, a differenza dei condannati all’inferno delle religioni semitiche, anche per loro ci sarà un giorno la possibilità di reincarnarsi in uno stato superiore. Non si trovano dunque nella loro condizione a causa del giudizio di una divinità, ma per la legge inesorabile del karma.
Abbiamo detto che, con la morte, non si ottiene la liberazione del Samsara: l’essere umano ha solo il breve arco della sua vita per ottenere questo scopo. Se fallisce è condannato a ritornare nell’Oceano dell’Esistenza, in uno dei mondi illusori esistenti.
L’uomo ha però ancora una possibilità di agire nel breve periodo del Bardo (intervallo tra la morte e la rinascita), cercando di ottenere, con un supremo sforzo, la liberazione o, in via subordinata una buona rinascita, preferibilmente nel piano di esistenza umano. Ma tutto dipende dalla qualità del suo Karma accumulato.
Ma come si ottiene un buon Karma nel breve arco di un’esistenza umana ?
Per esseri che si trovano ancora in un basso stato di spiritualità e quindi sono ancora vittime di passioni, legami, desideri etc … vanno benissimo i precetti morali delle grandi religioni, ma poi, raggiunta la reincarnazione in un essere spiritualmente più elevato, si dovranno seguire dottrine più profonde che riguardano il controllo della mente ed il distacco dai sensi, facendo riferimento ai grandi sistemi di meditazione del vero Yoga, del Buddhismo o di altre scuole iniziatiche, siano esse essoteriche o esoteriche.
In ogni caso è opinione comune che la migliore rinascita possibile è quella nel piano di esistenza umano, in un individuo di sesso maschile: sprecare dunque questa preziosa esistenza umana dedicandosi ad attività futili e facendosi dominare da passioni, legami, desideri e bassi sentimenti ci potrebbe condannare ad altre migliaia di rinascite nei piani di esistenza inferiori.
Se non si è ancora in grado di praticare la “Scienza della mente”, si seguano almeno i precetti morali di una qualsiasi grande religione, aggiungendo un rispetto assoluto verso qualsiasi forma di vita.
Si può in tal modo sperare di rinascere di nuovo nel piano umano, soprattutto se si è in grado di agire correttamente nel breve stato del Bardo.
Il Bardo, intervallo tra la morte ed una nuova rinascita, ha una durata variabile da 7 a 49 giorni umani, ma talvolta può durare di più.
Lo stato del Bardo è simile a quello del sogno, ma, nella maggioranza degli esseri umani, è dominato da angoscia, paura ed allucinazioni di ogni tipo.
Una mente ben preparata, dovrebbe riconoscere che si tratta solo di sue proiezioni e potrebbe, in rari casi, anche raggiungere la liberazione dalla catena delle rinascite, o, in subordine ottenere una buona rinascita.
Esiste una serie di “istruzioni per il moribondo” tramandata oralmente fin dall’antico Tibet pre-buddhista e poi messa per iscritto, denominata Bardo Thodol.
Qui ne riportiamo una versione “semplificata” che scrissi tempo fa per l’uomo occidentale:
[SAMSARA, CICLO DELLE RINASCITE E REINCARNAZIONE | Giuseppemerlino's Blog](https://giuseppemerlino.wordpress.com/2015/11/07/samsara-ciclo-delle-rinascite-e-reincarnazione/)
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