# M. Il figlio del secolo **Antonio Scurati** ### Highlights - 1919 - A quel maschio bottegaio, autoritario, patriarcale, misogino, l’urlo antimilitarista e antipatriottico di donne e bambini lasciava presagire qualcosa di terrificante e d’inaudito: un futuro senza di lui - La sproporzione è grottesca. A scavare un abisso tra le due schiere entra un diverso rapporto con la morte. - Sono le prime parole che D’Annunzio pronuncia da quel balcone. - Discorso di D’Annunzio a Roma (maggio ‘19) - “Non posso approvare il vostro gesto di cortigiano. Ditemi, Bissolati, quante volte siete stato a rendere omaggio a un muratore caduto dall’impalcatura? Quante volte a un birocciaio travolto dal proprio carro? Ebbene? Che cos’è un attentato al re, se non un infortunio sul lavoro?” - Mussolini Prof. Benito fu Alessandro, nato a Predappio il 29.7.1883 - Rapporto dell’Ispettore di Pubblica Sicurezza su Mussolini - Il programma dei Fasci di combattimento viene pubblicato su Il Popolo d’Italia del 6 giugno, a quasi tre mesi dalla riunione di piazza San Sepolcro, dopo mille discussioni e aggiustamenti. Strillato a tutta pagina, su sei colonne, a titoli cubitali. A parte la rivoluzione, è quasi lo stesso programma dei socialisti rivoluzionari, più a sinistra dei riformisti. Un programma concepito da fuoriusciti del socialismo per attrarre gli ex compagni. - Programma Fasci - Il caos è totale, crescente, indistinto ma è solo caos. La rivoluzione è tutt’altra cosa e i leader socialisti sono del tutto incapaci di convogliare quella rivolta spontanea verso la conquista del potere. - In quegli stessi giorni, un altro scrittore, il praghese Franz Kafka, ricoverato non lontano da lì in un sanatorio alpino, annota nel suo diario: “Nella lotta che oppone l’individuo al mondo, punta sempre sul mondo.” - La sottoscrizione per Fiume era stata lanciata il 19 settembre. Nemmeno allora, però, lui era partito. La ragione era semplice: il governo di Nitti aveva vacillato ma non era caduto. - Perché Mussolini non va a Fiume. - D’Annunzio era un poeta e la principale delusione che la realtà ci riserva consiste nel non assomigliare mai a un poema. A lui, al figlio del fabbro di Predappio, la realtà, invece, piaceva. Quella bassa, ferrigna, brutale, quella irriducibile. Non conosceva altro piacere al di fuori di quella. - Wilson aborre D’Annunzio. - Qui inizia a descrivere D’annunzio partendo dal presidente USA. - Ha ribattezzato Fiume “città olocausta”, un nome da tragedia biblica per un piccolo, sonnacchioso porto mitteleuropeo rinomato per le sue pasticcerie - Wilson ha ragione: Fiume è un delirio. L’auto su cui Mussolini entra per la prima volta in città il 7 di ottobre si muove a rilento tra entusiastiche manifestazioni di popolo. È martedì ma sembra domenica, è autunno ma sembra ferragosto, è già sera ma sembra mezzogiorno. L’intera città appare in orgasmo. Il clima umano è da orgia a cielo aperto. La libidine sfrenata del seduttore la pervade - A Firenze, insomma, tutti sproloquiano, nessuno tace e la sensazione di tradimento cresce universale. Gli operai, fattisi spavaldi, quando incontrano il signore azzimato con la divisa da ufficiale e la caramella all’occhio che si vanta delle sue battaglie all’uscita del Caffè Paszkowski, si convincono che la guerra è stata una speculazione sulla pelle della povera gente e gli sputano in faccia. Sull’altro versante, i piccolo-borghesi, che al fronte avevano magari comandato un plotone, riportando un nastrino al valore o una medaglia, e ora nella vita civile, disoccupati e inetti, si beccano le scatarrate dei loro ex sottoposti, si sentono ancora più traditi. Tra borghesi e proletari, insomma, la delusione è reciproca e universale. La guerra vinta ha lasciato nelle coscienze di tutti la bile della sconfitta. - Su un unico punto Mussolini è drastico:“Noi non intendiamo essere considerati una specie di guardia del corpo di una borghesia che, specialmente nel ceto dei nuovi ricchi, è semplicemente indegna e vile. Se questa gente non sa difendersi da se stessa non speri di essere difesa da noi. - Dichiarazione che verrà poi smentita dai fatti l’anno successivo. - Sono pochi e circondati di ostilità. I socialisti li detestano, i repubblicani li vorrebbero più decisi nella pregiudiziale antimonarchica, i monarchici la vorrebbero eliminare, i borghesi sorridono compiaciuti alla loro violenza ma bestemmiano tra i denti quando leggono nei loro programmi di decimazione delle ricchezze, i nazionalisti apprezzano il loro patriottismo ma deprecano il loro residuo socialismo, i democratici li considerano degli estremisti. Gli unici con cui i fascisti vanno d’accordo sono gli Arditi e i volontari di guerra. - Primo convegno nazionale Fasci di Combattimento - Con le malattie andava sempre così. Gli assalti del nemico interno lo terrorizzavano perché non si proiettavano all’aperto in nessun teatro di guerra. Non si trovava coraggio di fronte a loro perché non ammettevano nessun pubblico, nessuna scena, perché in esse non c’era teatro. - Il figlio Bruno (avuto con Rachele) ammalato di broncopolmonite - Il prezioso carico di batterie da montagna, fucili, munizioni e viveri, destinati a sostenere in Russia gli eserciti controrivoluzionari dei generali cosacchi rimasti fedeli allo zar, dopo aver risalito l’Adriatico, è finito così ad armare la ribellione della libera città di Fiume. - Fiume è già diventata un mondo di mondi, il porto franco del ribellismo di tutte le sponde politiche, nazionalisti e internazionalisti, monarchici e repubblicani, conservatori e sindacalisti, clericali e anarchici, imperialisti e comunisti. Le avanguardie politiche, sociali e artistiche di tutta Europa stanno accorrendo alla fiera delle meraviglie: sognatori, libertari, idealisti, rivoluzionari, anticonformisti, avventurieri, una folla di eroi e spostati, talenti inquieti ed eccentrici, uomini d’azione e asceti, disperati senza niente da perdere e milionari in cerca di emozioni, giovani violenti e scrittori alla moda di Parigi, artisti vegetariani e preti riformati, amazzoni in divisa militare e militari agghindati come ballerine, seduttori in cerca di conquiste femminili e pederasti in cerca di conquiste maschili. - Fiume - la piccola cittadina di Fiume è entrata nella mappa della lotta planetaria tra i giovani popoli oppressi e i vecchi signori della Terra che si ostinano a voler organizzare il mondo postbellico senza di loro. - La falce e il martello non faranno mai paura al pugnale - Il XVI congresso del Partito socialista che si è tenuto a Bologna a inizio ottobre lo ha decretato. La maggioranza massimalista ha adottato un programma che s’ispira alla rivoluzione bolscevica, salutata come “il più felice evento nella storia del proletariato” - Segretario: Nicolino Bombacci, il “Cristo degli operai”. - In piazza del Nettuno, assiepate attorno alla statua del dio del mare, ci saranno centomila persone. - La violenza, ecco il problema. Se ne è discusso al lungo al congresso socialista, se ne discute ogni giorno ma più se ne discute e più si continua a rimandarla. - La rivoluzione non si farà mai. Opinioni dei socialisti sull’uso della violenza - “Tagliatemi pure la testa se entro un mese non avrò costretto il re, perdio, a fare le valigie. Voi dovrete tagliarmi la testa se entro un mese anche in Italia non avremo fatto la rivoluzione!” - Il Congresso è convinto che il proletariato dovrà ricorrere all’uso della violenza per la difesa contro le violenze borghesi, per la conquista dei poteri e per il consolidamento delle conquiste rivoluzionarie... che la conquista violenta del potere da parte dei lavoratori dovrà segnare il trapasso del potere stesso dalla classe borghese a quella proletaria, instaurando così il regime transitorio della dittatura di tutto il proletariato.Dal programma del Partito socialista italiano,congresso di Bologna, 8 ottobre 1919 - Con il “modus vivendi” il governo italiano, in cambio della fine dell’occupazione, si è impegnato a rendere l’onore delle armi ai legionari di D’Annunzio e a presidiare la città con truppe regolari in vista della sua annessione. - D’Annunzio chiede alla pizza se approva la proposta del governo italiano. Indice un referendum –del quale la maggioranza è a favore– e poi ne ordina l’annullamento. - il successo dei socialisti li schiaccerà sotto il peso delle loro promesse. Si sono compromessi troppo in campagna elettorale, hanno gridato troppi “viva Lenin!” e adesso devono muoversi a fare la rivoluzione. Nel ciclo delle metamorfosi, chi non si muove muore e loro non si muoveranno perché non hanno nessuna capacità rivoluzionaria - 1920 - Lui, Benito Mussolini, nessun altro, con quel suo viso glabro, con quei suoi occhi scuri e profondi da pazzo, con quel suo sguardo privo di oggetto, con la virilità di quel suo corpo plebeo e oltraggioso da animale braccato, lui trasmetterà a questo nuovo secolo il messaggio che il compromesso tra le buone maniere degli anziani leader socialisti panciuti e la fame rabbiosa delle masse malnutrite è obsoleto, che ora si tratta di lanciarsi dall’interno verso l’esterno come una granata inesplosa, che il vecchio mondo è finito. - Le buone maniere dei leader panciuti e la fame rabbiosa delle masse… mi ricorda l’intervista a Giorgia Meloni fatta dalla Annunziata il 12 maggio 19, un secolo dopo - Benito Mussolini per ora se ne sta lì a mani vuote ma è stato lui il primo ad aver capito di poter sfruttare il rancore per la lotta politica - Quando Tasca incontra Benito Mussolini in Galleria Vittorio Emanuele - Tasca, fondatore de L’Ordine Nuovo con Togliatti e Gramsci. - Di Mussolini Tasca nota il collo robusto che si leva su un tronco possente, il viso tronfio e pieno, il portamento tracotante, la sigaretta che gli pende appena accesa, in tutta la sua lunghezza, giusto nel mezzo delle labbra carnose come un fallo esibito e spudorato. Insomma, Mussolini ha l’esuberanza selvatica del popolano rivestito. Per chi come Tasca lo abbia conosciuto nel millenovecentododici, quando era un giovane rivoluzionario anarcoide, con il suo aspetto miserevole, le guance cascanti, la magrezza da penitente, gli occhi spiritati da febbricitante, la trasformazione è sconcertante. - Eppure, nei giorni in cui avviene l’incontro, Benito Mussolini è un imprenditore prossimo al fallimento, un donnaiolo perseguitato e, soprattutto, un uomo politico finito. - Alla Fiat di Torino, a fine marzo si è addirittura scatenata un’agitazione per una questione di orologio. Il Consiglio dei ministri ha ripristinato l’ora legale, già adottata in tempo di guerra. Gli operai hanno, invece, deciso che da quel momento in avanti saranno loro, non il senatore Agnelli, i padroni del proprio tempo. Gli industriali hanno risposto con la serrata. Il risultato è stato uno sciopero generale di dieci giorni che solo a Torino e provincia ha coinvolto 120.000 lavoratori. 60.000 di loro hanno preso possesso delle fabbriche contro la lancetta dell’orologio spostata di una tacca in avanti. La questione, ovviamente, non è di lancette: non si tratta dell’ora legale ma di quella suprema. L’ora della rivoluzione.I dirigenti del partito, però, l’hanno rimandata ancora. - Come Mussolini aveva previsto, il trionfo elettorale del socialismo ha aperto la sua crisi interna, accentuando la divisione in fazioni: il massimalismo non vuole la partecipazione al potere e il riformismo non osa la conquista totale del potere. Anche il socialismo è, insomma, su un binario morto.Claudio Treves, uno dei suoi dirigenti più influenti, lo ha riconosciuto in un drammatico intervento in Parlamento, subito battezzato “discorso dell’espiazione”. La rivoluzione, ha ammesso Treves, “è un’epoca, non un giorno”. Ha l’aspetto di un fenomeno di natura: erosioni lente, dirupamenti rapidi. Ci siamo in pieno – ha dichiarato – e ci resteremo per un bel numero di anni. Giorno per giorno, episodio per episodio, ora per ora. Si vorrebbe farla finita una volta per tutte ma non è possibile. Non è il morire che ci spaventa, è questo non vivere che ci esaspera. - Ferrara è la provincia più rossa d’Italia. Per sottolineare il primato, il rosso non basta: l’hanno ribattezzata “provincia scarlatta” - Nell’agosto del millenovecentoventi i cereali marciscono nei campi mietuti ma non trebbiati. - L’odio dei contadini in lotta mortale con i loro padroni li ha resi efferati. - Il potere delle leghe contadine, l’odio dei contadini.In Emilia i socialisti controllano 223 comuni su 280. - La grande paura coglie i ceti borghesi. In val padana le vertenze per il concordato agricolo si sono appena concluse con la vittoria totale dei contadini. Adesso tocca alle fabbriche. Tutto fa segno verso la guerra civile. - La Confederazione generale del lavoro restituisce il colpo: oltre 500.000 operai occupano 600 manifatture in tutta Italia. L’operazione è così rapida e travolgente da cogliere tutti di sorpresa. - Fabbriche occupate, rottura con i padroni, ostruzionismo e occupazioni. - In questo modo Giolitti riesce a ottenere un compromesso in cui Agnelli, De Benedetti e Pirelli, all’Hotel Bologna di Torino, accordano agli operai aumenti salariali, miglioramenti normativi e, perfino, il principio del controllo operaio e della partecipazione ai profitti. Questi ultimi dovranno rimanere, nelle intenzioni di Giolitti, una mera promessa. In cambio, i proletari s’impegnano a restituire le fabbriche. Per i lavoratori è una significativa vittoria economica e una totale sconfitta politica. La rivoluzione in cambio di un piatto di lenticchie. - “La rivoluzione in cambio di un piatto di lenticchie”. - (“Per me è indifferente che le fabbriche siano gestite dagli operai o dagli industriali”). Un colpo al cerchio e uno alla botte, come sempre. Infine il 19 se ne è partito per Trieste dove davanti a migliaia di persone ha deriso la follia dei bolscevichi nostrani: “Come pensate che il comunismo sia possibile in Italia, il Paese più individualista del mondo?” - Che cosa sperano questi disgraziati? Non si accorgono che vanno incontro alla loro rovina? - I contadini del Polesine sono tra i più disgraziati d’Italia. Hanno vissuto per secoli una vita da bestie, inebetiti dall’aria mefitica, sempre febbricitanti, condannati a morire giovani, cresciuti in casotti stipati di genitori, figli, fratelli, nonni, sorelle, in una convivenza raccapricciante di uomini, polli, suini che disputano il cibo e l’ossigeno ai loro padroni. Un mondo degradato, tarato, denutrito, dove gli incesti sono frequenti, gli organismi sempre debilitati, le malattie sempre croniche, dove si piange la morte della vacca rassegnandosi a quella della moglie. - la provincia più rossa d’Italia insieme a quella di Ferrara - Fratta, il paese natale di Giacomo, dove Palladio progettò la sua prima villa con il pronao e il frontone in facciata - Fratta paese in provincia di Ferrara, Matteotti, necropoli, prima villa di Palladio - Poche cose corrompono tanto un popolo come l’abitudine all’odio - C’è molta violenza da bonificare: i parroci sono stati costretti a chiudere le chiese, la gente che va a messa viene aggredita, squadre di comunisti armati di bastoni presidiano i seggi costringendo a deporre nell’urna schede prevotate - colossale illusione - Merlin sostiene che se trent’anni fa ci voleva coraggio a essere un socialista da queste parti, oggi ci vuole coraggio a non esserlo. - questa folla mastica odio perché per secoli si è nutrita della carne infetta di una bestia morta. Bisogna capirla questa gente, bisogna averne pena, prepararsi a bonificarla come si è bonificata la terra su cui ha vissuto da schiava. - Matteotti non è un “massimalista” – uno che punta tutto sulla rivoluzione qui e ora – - Giacomo Matteotti - Matteotti - D’Annunzio vuole di nuovo marciare su Roma. A fine settembre ha inviato un altro piano per l’organizzazione di un movimento rivoluzionario in Italia. Il piano prevedeva la necessità che si ristabilisse in Italia “un ordine nuovo” da realizzarsi attraverso la “polarizzazione di tutte le energie sane del Paese” - Piano per estendere Fiume a tutta Italia. - Ma Mussolini – segretamente informato dal ministro degli esteri Sforza – sapeva che Giolitti con una mano ammassava truppe ai confini di Fiume per un’azione militare contro D’Annunzio, mentre con l’altra stava trattando con la Jugoslavia un accordo diplomatico tra Stati sovrani - Lo Stato tramava per far fuori D’Annunzio. Mussolini accetta la marcia solo se fallisce l’accordo segreto di cui D’Annunzio non è al corrente; in pratica Mussolini cerca di evitare la marcia. D’Annunzio prende tessera fascista. È finito. - Marconi ne aveva approfittato per chiedere il divorzio dalla moglie, consentito dalla legislazione libertaria di Fiume e proibito da quella italiana. - i Fasci si sarebbero opposti con ogni mezzo alla rovina dell’Italia voluta dai bolscevichi. Aveva sottolineato “con ogni mezzo”. Lusignoli, soddisfatto, aveva telegrafato a Giolitti. - A Trieste i Fasci avevano incendiato la sede de Il lavoratore senza incontrare nessuna resistenza dal plotone di guardie di finanza poste a difesa del giornale - Già da allora lo Stato liberale ha tollerato i fascisti per reprimere i “rossi”. Attacchi di fascisti a socialisti, di anarchici a caserme o a fascisti. - La notte successiva, l’intero movimento anarchico insurrezionale era stato praticamente cancellato da un’ondata di arresti. Tutto questo nel giro di ventiquattro ore. Una ventina di morti e una settantina di feriti da Trieste alle Puglie, dall’alba al tramonto. Era indubbiamente un periodo di pieno, promettente, prodigioso sviluppo. - 14/15 ottobre 1920 - man mano che i risultati dei turni elettorali decretavano il trionfo dei socialisti, dalle province più rosse giungevano notizie sulla fondazione di nuovi Fasci - I fondatori erano gente nuova, esponenti dei ceti medi, eppure erano, da un altro punto di vista, sempre gli stessi: rancorosi, eclettici, impauriti, antisocialisti. I figli della guerra scontenti di tutto. - Per Benito Mussolini, invece, divorziare da D’Annunzio sarebbe stato molto più difficile. - Fino a pochi mesi prima i fascisti erano disprezzati da tutti. Li avevano tacciati di essere banditi, sicari, venduti ma molti di quelli che ieri li deridevano adesso cominciavano a tremare. Parecchie di quelle coscienze inquiete adesso stavano in ansia. Nella riunione del 10 ottobre, Mussolini era riuscito a convincere il Consiglio nazionale dei Fasci a non partecipare alle elezioni amministrative. Le schede elettorali non erano roba per loro. Tutti i partiti liberali e conservatori si stavano finalmente coalizzando in un Blocco nazionale contro i socialisti, tutta la stampa borghese sosteneva il Blocco senza più distinguo, ma i Fasci se ne sarebbero rimasti comunque fuori. - Ottobre 1920. - Ricevuto visita di Mussolini che mi ha dichiarato fascisti e nazionalisti essere fermamente decisi opporsi con ogni mezzo anche più violento contro intemperanze partiti estremi che portano Italia alla rovina... Si dichiara pronto con i suoi a osservare ordine e legalità qualora governo faccia rientrare ordine pubblici funzionari caso contrario non sarebbe risparmiato alcun eccesso.Telegramma del prefetto di Milano a Giovanni Giolitti,17 ottobre 1920Il potere, la legge, il diritto... sarà solo nostro potere, nostra legge, nostro diritto contro quello di coloro che sono parassiti da che l’uomo si costituì in consorzio civile... Noi non vogliamo discutere con i nostri nemici; noi vogliamo abbatterli.Dal programma per le elezioni amministrativedei socialisti di Mantova - Rivoluzione e reazione. - La prima pietra del Castello Estense di Ferrara fu posata nell’anno 1385, il 29 settembre, giorno di San Michele, protettore di porte e rocche. La fortezza fu voluta dal marchese Niccolò II d’Este a seguito di una violenta rivolta popolare scatenatasi nel maggio di quello stesso anno. - Castello Estense con bandiera rossa. A Ferrara e provincia i partiti rivoluzionari hanno una maggioranza straripante. - Le sue sale ospitarono una tra le più splendide corti rinascimentali e fecero di Ferrara, remoto borgo sperduto tra gli acquitrini, una delle principali capitali del mondo - La situazione gli appare incendiaria. Cinque carabinieri sono stati pestati a sangue a Fossana, molti elettori sono stati condotti ai seggi con le mani alzate sopra la testa, i militanti proletari si sentono immuni, gli abusi amministrativi si moltiplicano. - Abusi proletari ---